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Patrimonio culturale
Descrizione
Il comune di Govone, situato nel Roero sulla sponda sinistra del fiume Tanaro, in provincia di Cuneo, ma al confine con il Monferrato e a metà strada tra le città di Alba e di Asti, per la sua posizione centrale e favorevole ai commerci, già in epoca romana era attraversato da importanti vie di comunicazione.
GovoneMantenne grande importanza anche in epoche successive, sotto il dominio del Vescovo di Asti già dal X secolo come feudo dei Solaro, nobile famiglia di origine astigiana in stretto contatto con la corte sabauda.
L'evoluzione sociale dell'intero Comune di Govone è da sempre legata al castello, che domina l'abitato e l'ampia valle del fiume Tanaro, costruito a scopo prima dell'anno Mille sul colle più alto, poi ricostruito nelle forme attuali a partire dal Seicento per i Conti Solaro, all'epoca proprietari, ispirandosi in parte ai disegni degli architetti Guarino Guarini per facciata sul lato sud e Benedetto Alfieri per quella a nord.
La facciata rivolta a sud è ricca di decorazioni marmoree provenienti da Venaria, inserite verso la metà del Settecento per volere del Solaro, che tennero il feudo fino al 1792 quando, alla morte dell'ultimo conte senza eredi diretti, per estinzione della linea maschile il castello e terreni ad esso annessi passarono alla Corona sabauda.
Tre anni dopo Vittorio Amedeo III di Savoia Re di Sardegna ne fece donazione ai figli Carlo Felice Duca del Genevese e Giuseppe Maria Benedetto Placido conte di Moriana. Durante la dominazione francese i Savoia si rifugiarono in Sardegna e il castello, abbandonato e spogliato di ogni arredo, fu sottratto alla rovina dai Conti Alfieri di San Martino che lo acquistarono con lo scopo di restituirlo ai Savoia e più tardi lo cedettero per una cifra simbolica, a Carlo Felice rimasto unico proprietario (il fratello era morto a Sassari).
L'attuale palazzo barocco di Govone, delimitato da un giardino e un vasto parco all'inglese è quello voluto dai Solaro, restaurato negli anni venti dell'Ottocento per volere dei Savoia e diventò la residenza estiva preferita dal Re di Sardegna di Carlo Felice e della moglie Maria Cristina di Borbone.
L'intervento di restauro sotto la direzione degli architetti Giuseppe Cardone e Michele Borda e si concluse nel 1825, si concentrò sulla sistemazione del parco e degli interni, già caratterizzati da importanti carte da parati cinesi.
Di notevole interesse gli affreschi del salone centrale, dipinti in chiaroscuro dai pittori Luigi Vacca e Fabrizio Sevesi che ripropone il mito di Niobe e le decorazioni pittoriche degli appartamenti reali, sempre a soggetto mitologico, opera di Carlo Pagani e Andrea Piazza.
Nel 1831 con la morte di Carlo Felice, avvenuta senza discendenti, i diritti di successione passarono a Carlo Alberto del ramo collaterale di Savoia - Carignano mentre i beni di Govone, alla morte della vedova Maria Cristina nel 1849, a Ferdinando duca di Genova, che fece costruire la torretta belvedere sul tetto.
Nel 1870 il castello e i terreni furono venduti a privati e nel 1897 l'Amministrazione Comunale di Govone acquistò il castello mettendo all'asta parte dell'arredo in esso contenuto.
Il Castello Reale di Govone compare oggi tra le residenze sabaude piemontesi che l'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l' educazione, la scienza e la cultura) ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage) con deliberazione del dicembre 1997.
Il prezioso monumento, ora museo di se stesso quale emblematica testimonianza della vita di corte piemontese di inizio Ottocento, fu una delle residenze estive preferite da Carlo Felice di Savoia.
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