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Descrizione

Se si chiedesse a un Govonese qualsiasi dove si trovi via Alfieri di Sostegno, si avrebbe forse in risposta uno sguardo dubbioso e qualche secondo d’imbarazzo. Quella via, da queste parti, è infatti nota col nome popolare di Chiabò. L’origine dello stranòm non è precisamente nota. Luogo di stalle e cascine, fino agli anni successivi alla seconda guerra mondiale, vi si tenevano sotto chiave i buoi e gli animali da cortile, testimoni di incontri e racconti di masche e leggende. Non c’erano negozi di generi alimentari, ma una bottega di stoffe, non lontana dall’incrocio che conduce in Cornarèa. La guardia ai cortili e la “cerchionatura” delle ruote da carro occupavano, fino agli anni Cinquanta, l’intero borgo, in una rete di fiducia e collaborazione. In Chiabò era possibile trovare l’unico sistema privato di trasporto pubblico a Govone. Due cavalli e una carrozza coperta a sei posti, condotta e gestita da Felice Avigano, percorrevano quotidianamente, le strade che univano il paese ad Alba e a San Damiano. Perciò la borgata, popolata da allevatori , soldati e contadini, mantenne a lungo la propria coesione interna e la propria specifica identità rurale, resistendo con coraggio alle retate dei Repubblichini, nel corso della seconda guerra mondiale, e assimilando innovazioni e progresso, anche sotto il profilo architettonico e urbanistico, negli anni del boom economico.

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